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Una vera riforma delle pensioni, ma non si tocchi quota 100!

Pubblicato da CGIL Asti | 20 settembre 2019

 

 

In questi giorni, con l’insediarsi del nuovo Governo guidato dal Professor Giuseppe CONTE, sono iniziate le dichiarazioni sulle modifiche alla possibilità di utilizzo da parte dei lavoratori a quota 100 sulle pensioni, introdotte dal precedente Governo.
Come CGIL, unitamente alle altre Organizzazioni Sindacali, abbiamo sempre sostenuto che “quota 100” non fosse il superamento della Legge Fornero né una sua modifica strutturale. Contestualmente, proprio per questi motivi, abbiamo sempre criticato la misura, pur sapendo che per i lavoratori interessati essa rappresentava una grande opportunità per uscire anticipatamente dal mondo produttivo senza penalizzazioni.
Continuiamo a ritenere che sia necessaria una seria modifica del sistema introdotto dalla cosiddetta Legge Fornero che tenga conto, oltre che della tenuta economica del sistema, di diversi fattori quali: le diverse possibilità di accesso all’impiego; la presa d’atto che non tutti i lavori sono uguali e che occorre differenziare le uscite anche tenendo conto di ciò; un reddito da pensioni che consenta di vivere dignitosamente; la copertura dei periodi di non lavoro e del lavoro discontinuo; per le donne, che si valorizzino i lavori di cura, e molto altro. Abbiamo anche chiesto che si introducesse una flessibilità in uscita ed una pensione contributiva di garanzia per i giovani.
Nel tempo necessario ad attuare la riforma da noi auspicata, è necessario evitare di creare ulteriori problemi con le modifiche a “quota 100”, soprattutto se esse sono tendenti a modificare la data di vigenza della Legge, anticipando di un anno la sua scadenza.  Molte aziende, anche sul nostro territorio, hanno dato degli incentivi all’esodo per poter ristrutturare la propria azienda o, anche se purtroppo in maniera minore, ringiovanire i propri organici. Questi accordi hanno basato la loro durata prevedendo le uscite secondo quanto previsto da quota 100. Ne consegue che una modifica della data di uscita determinerebbe, automaticamente, migliaia di nuovi esodati, come capitato con la Legge Fornero, un rischio che il nostro Paese non può correre.
Ci auguriamo che, in maniera definitiva, si possa modificare la Legge Fornero dando certezze a milioni di lavoratrici e lavoratori sia per quanto riguarda l’accesso alla pensione sia per un futuro post lavorativo dignitoso.